Zombie (italianizzato
Zombi) � un termine
di origine
haitiana legato ai riti del
Vud�,
che � entrata nell'immaginario
comune attraverso il campo
cinematografico e letterario come un
morto vivente. Alcuni pensano che gli
zombie possano esistere davvero, basandosi su una teoria che un
parassita, che trasporta questo un virus, possa colpire l'organismo e
prendere il controllo del cervello.
ZOMBI,
IL SEGRETO DEI MORTI VIVENTI
Di A.
Lissoni (per gentile concessione di:
www.ufoitalia.net
)
Gli dei vud� nel pantheon del Benin.
Haiti: politica e magia. Il rito del mandamorti. William Seabrook
incontra i non-morti. Il terribile veleno del pesce-palla.
Scoperta la tecnica per realizzare uno zombi.
Gennaio 1996, nella sperduta
repubblica africana del Benin, nel golfo di Guinea. Il presidente
Nicephoro Soglo annuncia alla popolazione che �una secolare ingiustizia
� stata finalmente riparata. Il vud�, religione tradizionale del
Paese, diventa un credo ufficiale, con una propria festa, al pari
delle altre confessioni praticate in Benin, il cristianesimo e
l’islamismo. Quattrocento anni fa, proprio da queste spiagge chiamate
sinistramente Costa degli schiavi, milioni di uomini venivano strappati
alla loro terra e trascinati a forza in altri continenti, a morire nelle
piantagioni di cotone. Ma l’antica religione, il vud�, non � mai andata
perduta, e torna oggi pi� potente che mai...�.
POLITICA E
RELIGIONE AD HAITI
Il vud�, parola che in dialetto
africano significa dio, � una religione sincretica nata durante il
periodo del colonialismo dalla mescolanza delle credenze
spiritiche e animistiche delle popolazioni di colore (Malgasci,
Bantu, Dahomey, Mandinghi) deportate in America. Questo credo, che
ospita tutti gli dei delle religioni africane, � attualmente
praticato ad Haiti e Cuba, in Brasile, nelle Antille e persino in
parte degli USA, con il nome di hoodoo, presso le comunit� nere
della Florida e della Louisiana. Si tratta di una religione
magica. I suoi sacerdoti si chiamano hungan se stregoni bianchi,
bokor se neri. Costoro possono invocare indifferentemente gli spiriti
rada, divinit� benefiche del focolare, ed i petr�, le anime
demoniache. Queste ultime sono per� difficilmente controllabili, e
la loro evocazione � praticata in genere solamente dai maghi neri
particolarmente abili. Questi stregoni satanisti hanno avuto,
durante la dittatura della famiglia Duvalier (Pap� e Baby Doc), una
funzione politica fondamentale. I Duvalier, difatti, utilizzavano la
magia nera (o quanto meno, il terrore che essa incuteva) per
sottomettere la superstiziosa popolazione di Port-Au-Prince. La
magia nera sarebbe servita poi per scacciare dall’isola sia Baby
Doc sia i marines americani mandati dalle Nazioni Unite dopo il
colpo di stato.
La pi� temibile stregoneria, sulla quale si basa il prestigio ed il
potere illimitato dei bokor sulla popolazione locale, �
l’oscuro e segretissimo rito del mandamorti, meglio conosciuto come la
resurrezione di uno zombi.
Alfredo Lissoni
COME FAR
USCIRE LO ZOMBI DALLA TOMBA
Tutti sanno, grazie alle fantasiose e
romanzate pellicole horror di George Romero, cosa sia uno zombi,
il morto vivente resuscitato per magia e costretto ad obbedire per
sempre al suo mago-padrone.
La resurrezione dello zombi � praticata solo da quei bokor che conoscono
le giuste preghiere rituali ed hanno l’animo saldo quanto basta. Per
poter resuscitare un morto, difatti, � indispensabile recarsi di
notte in un cimitero ed evocare, davanti alla lapide, un demonio.
Proprio quest’ultimo fornisce l’energia che permette al corpo
morto di tornare in vita. Ma per poter comandare lo zombi, lo
stregone deve possederne l’anima, che viene evocata, catturata ed
imprigionata dentro un vaso, una specie di lampada di Aladino il
cui possesso permette al bokor di annullare la volont� del
resuscitato. Si invoca allora Baron Samedi, il signore dei cimiteri
custode delle anime, e lo si addormenta con la formula creola Do' mi pa
fum�, Baron Samedi, Dormite bene Baron Samedi. Non appena il signore
dei
cimiteri abbassa la guardia, il bokor pu� sottrargli l’anima dello
zombi, chiamandola a s� con la frase Mortoo tomboo miyi, Morto, dalla
tomba, a me!
A questo punto il cadavere viene disseppellito e resuscitato. Privo
della propria anima, e quindi di volont�, lo zombi, mosso dal
demonio, � ora pronto ad eseguire, su ordinazione, qualsiasi
azione, anche la pi� efferata. La moderna cinematografia ha
inventato moltissimi dettagli finti sugli zombi (si dice, ad
esempio, che mangino solo carne umana e che muoiano soltanto se
colpiti alla testa); l’unico resoconto fedele alle credenze
haitiane � quello dello scrittore William Seabrook, un esploratore che
negli anni Venti visse ad Haiti e ne fu in parte introdotto ai misteri.
Seabrook, nel volume L’isola magica (1929), racconta: �La luna piena
saliva lentamente nel cielo, sbiancando le colline e le piantagioni di
cotone, ed io me ne stavo seduto davanti alla porta di casa con
Costantino
Polinice, un fittavolo haitiano, a parlare di demoni, licantropi e
vampiri. Il discorso cadde sugli zombi. Avevo sentito dire che lo zombi
� un corpo privo di anima, clinicamente morto, che riacquista
magicamente un’apparenza di vita puramente meccanica; un cadavere che
agisce, si muove, cammina come se fosse vivo, grazie alle arti di uno
stregone. Questi sceglie un cadavere sepolto di fresco che nonabbia
ancora avuto il tempo di decomporsi e lo sottopone ad una specie di
galvanizzazione. Poi lo asservisce sia per fargli commettere qualche
delitto, sia per affidargli, come capita pi� sovente, lavori agricoli o
domestici pesanti. Non appena il morto accenna a rilassarsi, questi lo
bastona come una bestia da soma. Quando ne parlai a Polinice, il mio
scettico amico mi rispose: ’Creda a me, non si tratta di una
superstizione. Fa parte purtroppo dei nostri usi e costumi. Sono cose
vere ad un punto che voi bianchi non sospettate neppure. Lei non si �
mai chiesto perch� i contadini pi� poveri seppelliscono i loro morti
sotto massicce torri di muratura? Che altro motivo vuole che ci sia se
non quello di difendere i propri morti?�. Seabrook prosegue citando il
caso di �un vecchio negro, tale Ti-Joseph du Colombier, che un bel
mattino arriv� davanti ai campi di Hasco seguito da una banda di nove
straccioni dall’espressione inebetita, che avanzavano con passo
strascicato. Ti-Joseph li mise tutti in fila e quelli lo lasciarono
fare, restandosene con lo sguardo fisso e vuoto�. Dopodich� Ti-Joseph
mise gli zombi al lavoro nei campi. Quegli strani esseri, tenuti lontani
dalla curiosit� dei passanti, lavoravano molte ore al giorno, sotto il
sole; non parlavano, non mostravano alcuna emozione e si limitavano a
zappare la terra. Dormivano pochissimo e mangiavano soltanto banane
bollite e scondite. Questa insolita forma di sfruttamento and� avanti
molto a lungo sin che, un giorno, mentre Ti-Joseph era assente, una
venditrice di pistacchi salati incontr� gli zombi ed offr� loro un po'
di cibo. Ora, secondo le tradizioni haitiane, i morti viventi possono
mangiare di tutto, fuorch� carne e cibo salato, pena la rottura
dell’incantesimo che li mantiene in vita. �Bast� che gli zombi
avvertissero il gusto del sale - prosegue Seabrook - perch� si
rendessero conto di essere morti. Con urla spaventose corsero verso il
cimitero. Appena vi giunsero si misero a correre in mezzo alle tombe.
Ciascuno, trovata la sua, si diede subito a raspare alacremente le
pietre e la terra per potervi entrare. Al primo contatto con i loro
sepolcri, vi caddero di peso, gi� carogne in putrefazione...�.
L’episodio pi� impressionante citato da Seabrook come autentico � per�
ilsuo faccia a faccia con uno zombi. �Un pomeriggio, alla luce del sole,
io e Polinice percorrevamo il sentiero che porta a Picmy. Rallentando
all’improvviso l’andatura del suo cavallo, Polinice mi indic�, sul
fianco della montagna, a un centinaio di metri da noi, una terrazza
pietrosa ove tre uomini e una donna stavano vangando la terra in mezzo a
piante di cotone. La prima impressione sugli zombi fu strana; certo non
appartenevano all’ordine naturale delle cose. Lavoravano come bruti,
come automi...Polinice tocc� la spalla di uno zombi e questi gir�
docilmente il viso. Quel che vidi, bench� fossi preparato, mi colp�
profondamente e ne provai un senso di nausea. Non crediate che fossi
sotto l’effetto di una suggestione, erano davvero gli occhi di un morto,
non di un cieco. Erano fissi, spenti, privi di sguardo. Tanto bastava
per rendere orrendo il volto, profondamente vuoto, come se dentro non
avesse nulla. Non � sufficiente dire che era senza espressione...In
seguito mi convinsi che quegli zombi non dovevano essere altro che dei
mentecatti, degli idioti cronici sfruttati per il lavoro nei campi. Era
una spiegazione razionale. Ma la storia non doveva concludersi qui.
Giorni dopo mi trovai
a parlarne con il dottor Antoine Villiers, uno spirito scientifico
ferreo e pragmatico, che mi disse: ’Non credo affatto che sia possibile
resuscitare i morti. Non credo alla resurrezione di Lazzaro e nemmeno a
quella di Cristo. Tuttavia, non sono sicuro che nella questione degli
zombi non ci sia sotto qualcosa di orribile. Penso sia il caso di
parlare di stregoneria criminale‘. E cos� facendo mi mostr� una pagina
del codice penale di Haiti che diceva: Articolo 249. Sar� imputato di
omicidio chiunque somministri al suo prossimo sostanze che, senza essere
letali, siano suscettibili di provocare un sonno letargico pi� o meno
lungo. Chi poi seppellisca la persona che abbia assorbito tale sostanza,
verr� imputato di omicidio...�
Alfredo Lissoni
LA MAGICA POLVERE
DEI BOKOR
E forse il segreto degli zombi �
proprio nella somministrazione di �sostanze capaci di causare un sonno
letargico�. L’antropologo americano Wade Davis, autore del libro Il
serpente e l’arcobaleno (da cui � stato tratto anche un film), sostiene
di avere scoperto il trucco utilizzato dai bokor per trasformare gli
esseri umani in zombi. Questi spruzzano nelle narici delle loro vittime,
ben vive, una polvere giallastra capace apparentemente di causare una
morte istantanea. Questa polvere, che Davis ha fatto analizzare da una
societ� farmaceutica statunitense, contiene tetrodotossina, un veleno
che si estrae dal pesce palla haitiano, capace di paralizzare i centri
nervosi. A questa droga i bokor mescolano sostanze tanto inutili quanto
folkloristiche, come terra di cimitero e polvere di penne di gallo nero,
giusto per creare un po' di scena. Quindi la spruzzano contro la
vittima. Questa cade in catalessi e, data per morta, viene sepolta. E,
terrorizzata, assiste cosciente al proprio funerale e alla propria
inumazione, senza potersi muovere!
Proprio quest’ultima traumatica esperienza, unita ad una buona dose di
superstizione, distrugge la lucidit� mentale della vittima, che finisce
con il perdere la ragione, cadendo in uno stato di autismo perenne e
continuato.
Quando la notte stessa il bokor disseppellisce il malcapitato e lo
rianima somministrandogli un antidoto la cui ricetta non � stata ancora
scoperta, questi, ormai muto e semideficiente, si crede effettivamente
un morto risorto. E si rassegna a questa nuova esistenza di schiavit� e
lavoro. Negli anni Settanta la televisione francese riusc� addirittura
ad intervistare un ex-zombi che era riuscito a riconquistare sia la
libert� che parte della ragione (il che si verifica assai raramente).
L’uomo, un certo Narcisse Clovis, viveva comunque in una clinica
psichiatrica, non avendo smaltito del tutto gli effetti deleteri della
droga dei bokor.
Sebbene la medicina occidentale sia riuscita a spiegare in parte il
segreto della trasformazione in zombi, Davis ha dichiarato, nel 1987:
�La polvere zombi ed il suo ingrediente attivo, al tetrodotossina, sono
oggetto di studi negli Stati Uniti ed in Europa; pure, la dinamica con
cui la polvere agisce rimane un mistero...�.
Alfredo Lissoni
(per gentile
concessione di:
www.ufoitalia.net
)
Gli zombi - prove sui morti viventi
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Sin dall'ormai lontano
1932, quando il celebre attore Bela Lugosi
interpret� con la solita maestria il film Lo
zombi bianco, il tema � stato uno dei preferiti
del filone hollywoodiano, in piena concorrenza
con storie di vampiri e miti alla Frankenstein,
cogliendo una popolarit� sempre crescente.
Credo che chiunque abbia visto scene degli
zombi, ricordi la suggestione delle scene in cui
si vedono i morti viventi camminare nelle strade
in modo meccanico, come tanti robot,
indifferenti alle scariche di pallottole che li
investono in pieno petto. Stando alla
definizione che compare in un famoso libro, gli
zombi sono �quelle persone la cui morte non solo
� stata
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appurata, ma che sono state sepolte da tempo... e che
improvvisamente ricompaiono, magari anche dopo anni...
in una condizione di vita completamente obnubilata, come
se fossero degli inconsapevoli idioti�.
Uno dei primi studiosi occidentali ad occuparsi del
fenomeno, osservandone alcuni strabilianti casi, � una
donna, cresciuta in America. Nell'ottobre del 1936, in
una valle haitiana, venne trovata una donna
completamente nuda che vagava senza memoria. Era morta
all'et� di ventinove anni e regolarmente seppellita. La
nostra studiosa era andata a farle visita in ospedale e
la descrive come una persona �dal viso pallido, gli
occhi morti e palpebre bianche come fossero state
bruciate dall’ acido�.
Stando a quanto sostiene la nostra studiosa, ad Haiti le
persone diventavano zombi se tradivano i segreti delle
societ� segrete magiche. Ovviamente nessuno le credeva,
tanto che il suo stesso maestro, parlando di lei, la
definisce �la studiosa decisamente un po' troppo
superstiziosa�. Ci� malgrado, lui stesso riporta un
episodio che ha come protagonisti due personaggi
dell'alta societ�. In panne, con l'auto che si rifiutava
di procedere, uno dei due mentre stava cercando aiuto si
era imbattuto in un nano dalla lunga barba bianca che lo
aveva invitato a casa. Si trattava di un prete voodoo.
Parlando, accortosi dello scetticismo che l'uomo
mostrava nei confronti di una potente invocazione
magica, il nano gli aveva chiesto se per caso conoscesse
un certo M. Celestin, il quale, in effetti, era stato un
suo amico. Al suo cenno di assenso, come se fosse stato
richiamato da una forza sovrannaturale, un essere
misterioso aveva fatto irruzione nella stanza. Pieno di
terrore, l'uomo aveva immediatamente riconosciuto M.
Celestin, l'amico morto da oltre 6 mesi. Quando lo zombi
gli aveva strappato gli occhiali, l'uomo, bench�
spaventalo, aveva cercato di riprenderseli, ma il mago
glielo aveva impedito, rivelandogli che non c'era nulla
di pi� nefando e pestifero di dare o prendere un
qualsiasi oggetto dalle mani di uno zombi, un morto
vivente. Poi gli aveva confessato che il povero M.
Celestin era stato vittima di una formula magica di
morte scagliatagli contro da un mago, quello stesso che
dopo averlo fatto diventare uno zombi glielo aveva
venduto per venti dollari. Tutte le altre storie
riportate dal maestro della studiosa, disegnano un'unica
e sola ipotesi in merito al fenomeno degli zombi: si
tratta di persone defunte che si rianimano. Ci�
malgrado, continua a ritenere la questione frutto di
mera superstizione e chiude l� il discorso. Tutto il
contrario, dunque, di ci� che sostiene la studiosa. Ma
come vedremo, la ragione sta dalla parte dell'audace
etnologa e non da quella dello scettico maestro.
L'isola di Haiti, nelle Indie orientali, venne scoperta
da Cristoforo Colombo nel 1492, ma era stato solo due
secoli dopo che era divenuta famosa come base strategica
delle operazioni di pirati e bucanieri. I coloni
francesi, giunti numerosi sull'isola, presero a
coltivare le ricche piantagioni di canna da zucchero,
sfruttando il lavoro degli schiavi negri importanti
dall'Africa. Nei 1697 la Spagna, prima colonizzatrice
del posto, cedette l'isola alla Francia.
Come tutti sanno, gli schiavi venivano trattati con
indicibile crudelt� e puniti in modi orribili, per
esempio appesi agli alberi con chiodi conficcati nelle
orecchie oppure legati e spalmati di melassa, e dati in
pasto alle orde di formiche giganti e di insetti.
Un'altra tortura tremenda consisteva nel riempire l'ano
del poveretto con polvere da sparo che veniva innescata
con una miccia. Il corpo esplodeva e la vittima si
riduceva a brandelli, in un'operazione che, sorridendo,
i Francesi definivano �lo scoppio dell'asino nero�.
Piuttosto di sottostare a simili trattamenti, gli
schiavi pi� coraggiosi scappavano rifugiandosi nei
luoghi pi� impervi, sulle montagne. Col tempo, alcune
zone erano cos� diventate off limits per la gente dalla
pelle bianca. Attorno al 1740 uno schiavo che aveva
perduto un braccio nella pressa per la fabbricazione
dello zucchero, era riuscito a scappare riparando nei
tenitori rifugio dei neri, che come lui gi� si erano
dati alla macchia. Qui aveva insegnato l'arte
dell'avvelenamento. L'uso del veleno contro gli
oppressori bianchi. In breve, all'ecatombe del bestiame
era seguita quella di molti coloni. La reazione non si
era fatta attendere. Lo schiavo, tradito, era stato
catturato, processato e condannato a essere bruciato
vivo (anche se, stando alla leggenda, era riuscito
nuovamente a scappare in virt� dei suoi formidabili
poteri magici). Ad ogni buon conto, da quel momento in
avanti la rivolta aveva incominciato a serpeggiare con
sempre maggiore virulenza nelle schiere degli schiavi
neri. Finch�, nel corso dei disordini degli anni
Novanta, il dominio francese era crollato e, per quanto
poi ristabilito sotto Napoleone, non era mai pi�
riuscito a imporsi come una volta sull'isola, in specie
nelle sue zone pi� interne. Fino al 1859 si erano cos�
alternati dei sovrani e dei reggenti neri, con governi
instabili, fluttuanti da un'anarchia pressoch� totale a
momenti di dispotismo assoluto e cieco, governi comunque
sempre alimentati dal potere occulto delle societ�
magiche segrete.
La nostra studiosa sosteneva, con piena convinzione, che
il fenomeno che lei chiamava "zombificazione" era
l'effetto ottenuto dall'uso di una miscela velenosa che
agiva in modo istantaneo. Ma nessuno le aveva mai dato
retta. Finch�, in tempi recentissimi, verso il finire
degli anni Ottanta, un giovane antropologo americano �
giunto alta medesima conclusione, scoprendo che il
fenomeno veniva indotto da certe sostanze velenose
tipiche dei pesce palla, un cibo che i giapponesi
considerano una leccornia, ma che evidentemente deve
essere cucinato con estrema cautela.
Interpellato da uno psichiatra di New York, il dottor
Nathan Kline, si era trovato di fronte ad almeno due
casi di straordinario interesse, che confermavano
appieno come la zombificazione intuita dalla studiosa
non era mito ma realt�. Il primo episodio, risalente al
1962, riguardava un haitiano di circa cinquant’anni, il
quale era stato ricoverato in ospedale. Soffriva di una
febbre altissima, tanto che dopo due giorni era morto ed
era stato seppellito il giorno seguente. Diciotto anni
dopo, un uomo si era presentato presso la casa di
Angelina, la sorella del morto, dicendo di essere
proprio lui. Le aveva detto di essere stato zombizzato
per volere del fratello, col quale aveva violentemente
litigato per il possesso di un campo. Prelevato dalla
bara, era stato venduto e costretto a lavorare assieme
con altri zombi. Dopo due anni il padrone era morto e
lui era scappato, girovagando nell'isola per altri
sedici anni, ma sempre restando nascosto. Solo quando
aveva saputo che il fratello che lo aveva zombizzato era
morto si era deciso a rifarsi vivo.
Verificata e assodata l'autentica identit� di
quest’uomo, la BBC aveva tratto un lungo filmato dalla
storia. Nello stesso anno, un nutrito gruppo di zombi
era stato trovato a vagare nel nord dell'isola,
esattamente in quei luoghi dove il nostro zombi era
stato costretto a lavorare duramente come schiavo per
oltre due anni e da cui era fuggito.
Il secondo caso riguardava una donna trentenne di nome
Francina, della quale a seguito di una malattia era
stata riconosciuta la morte. Tre anni dopo, la madre
l'aveva ritrovata in vita e riconosciuta anche per via
di una caratteristica cicatrice che aveva sulla tempia.
Aperta la bara, era stata trovata piena di sassi.
Secondo Francina, era stato il marito geloso a ucciderla
con un potente veleno.
Nel 1980 un'altra donna sessantenne, venne trovata a
vagare senza meta nel suo villaggio natio fra lo stupore
di tutti coloro che l'avevano conosciuta, visto che era
ufficialmente morta nel 1964.
Giunto ad Hard per investigare sul fenomeno,
l'attenzione di un noto investigatore si era soprattutto
concentrata sulla pianta di Datura stramonium, che gli
isolani chiamano la pianta degli zombi. Il primo
incontro lo port� a conoscere un esperto di magia e
folclore voodoo. Poi aveva intervistato il cinquantenne
ritornato dalla sorella, che aveva pienamente confermato
tutta la sua storia. Anche lui era stato vittima della
cattiveria di un fratello invidioso. Questi era una
specie di Casanova dell'isola e aveva seminato figli
illegittimi un po' ovunque, che si guardava bene dal
riconoscere e soprattutto dal sostentare. Alla fine
delle sue ricerche, l’investigatore era giunto alla
conclusione che attuare un rito di zombificazione non
era sempre un atto di malvagit�. Certo, le societ�
magiche segrete non godevano di una buona reputazione,
ma a ben osservare a volte erano meno negative di quanto
si immaginasse e non di rado la loro opera era tesa alla
protezione dei pi� deboli. In alcuni casi, rendere zombi
un uomo era anche una sorta di castigo per la sua vita
mal condotta.
Alla fine l’investigatore aveva messo in risalto tre
possibili agenti velenosi a cui gli stregoni voodoo
erano soliti rivolgersi. Una sostanza era ricavata da un
grosso rospo, altre due invece derivavano da due diverse
variet� di pesce palla, cos� chiamato perch� in caso di
necessit� o pericolo, riempiendosi di acqua e di aria, �
in grado di aumentare il proprio volume trasformandosi
in una vera e propria palla di mare. In queste sostanze
� contenuta la tetrodotoxina, un veleno tanto potente
che per eliminare un uomo ne basta una dose minima.
Sappiamo dal diario di bordo che il capitano Cook era
stato gravemente intossicato mangiando fegato e uova di
un pesce palla. Per i giapponesi si tratta egualmente di
una ghiottoneria. Essi, infatti, mangiano la carne cruda
di questo pesce - il piatto si chiama sashimi - ma non
disdegnano anche il pericoloso fegato, che badano
comunque a far bollire a lungo al fine di eliminarne
tutte le tossine velenose.
Tuttavia, l’investigatore intu� che anche altri elementi
concorrevano nel processo di zombificazione di un uomo.
Nel suo libro a dir poco straordinario, racconta in modo
avvincente i suoi tentativi di venire in possesso di una
pozione magica completa. Lo scopo era, ovviamente,
trasferire il tutto in un laboratorio di analisi e
scoprirne le diverse componenti. Ma, pur essendo entrato
in confidenza con alcuni houngan e pur avendo
attivamente partecipato a numerose, impressionanti
cerimonie ritualistiche dove, fra l'altro, ebbe modo di
assistere a trance e a possessioni da parte degli
spiriti (in un caso avvenute in modo cos� profondo che
la giovane medium poteva tranquillamente farsi spegnere
delle sigarette accese sulla lingua senza avvertire il
minimo dolore) - non era riuscito nell'impresa. Quando
stava per ottenere ci� che desiderava, il suo presunto
"fornitore" era morto all'improvviso e un secondo che
gli aveva promesso aiuto era stato stroncato da un colpo
apoplettico. Le conclusioni cui l’investigatore approda
sono comunque chiare: il processo di zombificazione
viene ottenuto con una popone magica potentissima,
ricavata da sostanze velenose in grado di indurre i
sintomi della morte. Subito dopo, il mago somministra al
finto morto un antidoto (l’investigatore ha provato ad
esaminarne alcuni, arrivando a stabilire che la forza e
la potenza dell'operatore valgono almeno quanto
l'efficacia dell'antidoto in se e per s�) che induce
nella vittima uno strano risveglio. Da quel momento in
avanti, lo zombi � costretto a vivere come un automa.
Ulteriori somministrazioni di droghe lo rendono
totalmente schiavo del suo "padrone" che pu� disporre di
lui come meglio desidera.
Nel 1984 nel corso di un programma televisivo della BBC,
il presentatore ha confermato che, a quanto pare, il
processo di zombificazione avviene davvero con la
somministrazione di un potente veleno i cui effetti si
ripercuotono sul cervello, riducendo lo stato di
consapevolezza del soggetto a una sorta di continuo
delirio onirico.
Alla fine della lettura del libro scritto dal nostro
investigatore, una cosa appare certa: il fenomeno degli
zombi, dei morti viventi, di coloro che "fanno ritorno"
� indiscutibilmente reale. Tuttavia, questo non toglie
che alcuni fra gli eventi etichettati come tali non
possano essere ascritti ad altre tipologie di fenomeni,
diversi dalla magia voodoo che sovrintende, misteriosa,
alla inquietante casistica relativa agli zombi.
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