La strega
� una
donna
ritenuta dedita all'esercizio della
stregoneria, ovvero, secondo vasta
credenza popolare tradizionale a molte culture, una donna che si ritiene
sia dotata di poteri
occulti; il suo omologo maschile � lo
stregone.
La figura della strega ha per� radici che
precedono il
Cristianesimo ed � presente in quasi
tutte le culture come figura a met� strada tra lo
sciamano e chi, dotato di poteri
occulti, possa utilizzarli per nuocere alla comunit�, soprattutto
agricola.
� stata avanzata l'ipotesi che la stregoneria
sia l'interpretazione fantastica dell'intossicazione da
Ergot.
Solitamente le streghe si distinguono in due
categorie, streghe nere
e streghe bianche.
Secondo la tradizione, le prime hanno pi� probabilit� ad avere contatti
con il male, mentre alle seconde, vengono attribuiti dei poteri di
guarigione.
Il termine deriverebbe dal greco "stryx,
stryg�s" e sta
per "strige,
barbagianni, uccello notturno", ma col
passare del tempo assunse il pi� ampio significato di "esperta di magia
e incantesimi". Nel
latino medioevale il termine utilizzato
era
lamia,
mentre nell'Italia
dei giorni nostri il sostantivo varia molto a seconda della zona.
Sin dall’antichit�, le streghe sono delle donne
che rinunciavano a Dio, sono non di rado rappresentate accanto ad un
filatoio o nell'atto di intrecciare nodi, a richiamare l'idea di
vendetta,
tessendo, cio�, il
destino
degli uomini e ponendoli di fronte a mille ostacoli. Inoltre, ogni
strega della tradizione � accompagnata da qualche strano animale con
caratteri diabolici che fungerebbe da consigliere della propria padrona,
quali gatto, corvo, civetta, topo o rana. E ancora, le loro stregonerie
avvengono in giorni stabiliti in base al ciclo naturale.
Inoltre, un'altra immagine tradizionale e
popolare della strega la rappresenta in volo a cavallo di una
scopa. Questa
iconografia dichiara esplicitamente la
sua parentela con la
Befana,
e l'appartenenza di entrambe le figure all'immaginario popolare dei
mediatori tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Nella storia della
letteratura la figura della strega e
quella della maga sono spesso intrecciate partendo da
Medea, che � al tempo stesso una
sacerdotessa di
Ecate,
ed una guaritrice o avvelenatrice, passando per
Circe
fino ad arrivare alle figure di
Alcina nell'Orlando
Furioso di
Ludovico Ariosto, senza dimenticare le
streghe e maghe della
saga fantasy
del
Ciclo di Avalon, scritta da
Marion Zimmer Bradley. In comune hanno
la capacit� di essere incantatrici e tessitrici di illusioni.
Sono molto spesso presenti come
antagoniste nelle
fiabe popolari.
Terry Pratchett nella serie di racconti
con Tiffany Aching (vedi
L'intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi)
come protagonista, descrive le streghe come persone che aiutano chi ne
ha bisogno (soprattutto anziani), e oltretutto aiutano a stabilire
giustizia dove vivono. Il loro lato magico non � quindi composto da
sfere di cristallo o altri oggetti magici, ma dalla bont�.
In
Aradia, o il Vangelo delle Streghe,
scritto da
Charles Godfrey Leland nel
1899,
l'autore descrive in forma romanzata antichi riti della tradizione
stregonesca italiana, la
stregheria. Nel testo si narra di
Aradia,
figlia della dea
Diana, che scende sulla terra per
insegnare l'arte della
magia
alle donne.
Nella serie letteraria di
Harry Potter le streghe sono
semplicemente
donne dotate di
poteri magici; di conseguenza non
avrebbero
malvagit� innata. Anche nella
serie televisiva
Streghe
le streghe sono benefiche. Le streghe sono presenti anche nel Machbeth
La scrittrice
Anne
Rice ha creato un ciclo di romanzi con
protagoniste delle streghe, intrecciato alle sue
Cronache dei vampiri:
La saga delle streghe Mayfair.
Il
romanzo storico di
Sebastiano Vassalli
La chimera racconta le vicissitudini di
una bella ragazza processata per stregoneria. Un tema simile viene
affrontato anche nei romanzi di
Celia Rees Il viaggio della strega
bambina e Se
fossi una strega.
Sintesi storica di Galarico
Le donne
(il cui termine latino
foemina
derivava secondo il
Malleus
da
fe
-fede- e
minus
-minore-) venivano sospettate proprio in virt� del loro sesso.
Le accuse erano vastissime: dal predire il futuro a preparare
filtri d'amore o il malocchio. Grillot de Givry scrisse nel suo
Mus�e de sorciers che le
streghe "volano in aria cavalcando
scope e caproni, uccidono i bambini per cibarsene, guariscono le
malattie senza conoscere la medicina, si tramutano in animali,
prendono le sembianze dei defunti, rinnegano la religione e si
affidano a Satana, accoppiandosi a lui nei Sabba".
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La questione del volo notturno verso il Sabba fu
dibattuta da teologi e demonologi per quasi dieci secoli. Inquisitori
come Bernardo da Como o Silvestro Prierias erano convinti che si potesse
affermare l'essenza diabolica di una donna solo dimostrando che volava
di notte. A nulla valsero le opinioni di dotti rinascimentali, come
Andrea Alciato o il giurista piacentino Ponzinibio, secondo cui il volo
era in realt� un effetto sulla psiche prodotto da sostanze allucinogene.
L'ottica antifemminista che prevale in questi
intellettuali non �, in realt�, teologicamente nuova: di nuovo c'� ora
il fatto che la donna viene considerata come una sorta di intermediaria
tra l'uomo e il demonio. Siamo alla conclusione di un processo di
"demonizzazione femminile" iniziato secoli prima, che ricorre con
frequenza nelle satire, nei fabliaux medievali, nella trattatistica
ascetica.
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Uno dei primi ad avere un interesse
scientifico per le sostanze psicoattive usate dalle streghe fu
il medico spagnolo Andreas Laguna nel '500. Fu lui che si
accorse di quali incredibili conoscenze naturalistiche avessero
le donne e dell'uso che facevano di erbe che potevano indurre
eccitazione psichica accompagnata da allucinazioni (anche la
pelle di rospo e la coda di lucertola contengono agenti
allucinogeni). Questo, per le donne, era anche un modo di
emanciparsi dal ruolo di marginalit� e sudditanza in cui erano
sempre state tenute.
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La caccia alle streghe fu un fenomeno europeo ma
soprattutto in Germania (Friburgo, Bamberga...) fu particolarmente
virulento. Intorno al 1590, p.es., i cattolici tedeschi bruciarono tutte
le donne di due villaggi alla periferia di Treviri, nella regione del
Palatinato. A Colonia, tra il 1627 e il 1630, le levatrici della citt�
furono quasi tutte eliminate. Erano accusate di uccidere i bambini non
battezzati, di praticare aborti e contraccezione.
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Ma venivano mandate sul rogo anche le donne
che si dedicavano alla guarigione dei malati, minacciando, con
la loro conoscenza delle erbe, i poteri dei sacerdoti esorcisti.
Molto sospette erano anche le vedove (che a causa delle tante
guerre erano aumentate in maniera spropositata), le nubili, le
cuoche, le levatrici e non venivano risparmiati neppure
personaggi del mondo ecclesiale, come suore, badesse, preti e
persino qualche vescovo.
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Il primo tedesco che si oppose alla credenza delle
streghe fu il medico calvinista Johann Weyer, morto nel 1588, ma la sua
opera fu posta all'Indice dei libri proibiti e lui stesso rischi� di
finire sul rogo.
Oltre alla Germania (renana soprattutto) altre
zone europee molto toccate dal fenomeno furono la Stiria e il Tirolo
austriaco, la Scozia calvinista, e pi� in generale l'Inghilterra dell'Essex
(la vittima pi� illustre degli inglesi fu Giovanna d'Arco nel 1431), le
Fiandre, la Polonia, la Svizzera, la Svezia, la Danimarca, la Norvegia,
la Spagna, la Francia del sud (specie la zona dei Pirenei). In Italia si
registrano persecuzioni di massa in Valcamonica, in Valtellina,
nell'area del Tonale, presso i territori di Brescia e Bergamo. Nel
Canton Ticino il vescovo di Milano, Carlo Borromeo, tra il 1565 e il
1583, presenzi� a processi ed esecuzioni di centinaia di fattucchiere.
L'inquisizione italiana, nella sola Lombardia, nei
primi 30 anni del XV sec., avrebbe mietuto non meno di 25.000 vittime.
Nel 1575 nel solo regno di Francia operavano
pi� di 100.000 tra streghe, stregoni, fattucchiere e maliarde.
Ebbene, in questo periodo, nel solo distretto di Saint Claude,
il magistrato Boguet fece bruciare oltre 1500 streghe, mentre in
Lorena un altro procuratore generale, Nicole Remy, riusc� a far
condannare a morte 800 persone in cinque anni.
Tra gli inizi del XIII sec. fino al XVII si
calcola che siano state inquisite, incarcerate, torturate non
meno di nove milioni di persone, di cui 1/4 o addirittura 1/3
fin� sul rogo. Solo nell'anno 1486 l'inquisitore spagnolo Tomas
de Torquemada ne fece ardere 6.687 unicamente nella citt� di
Toledo. A lui si attribuiscono almeno 10.000 vittime l'anno per
un quindicennio.
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Le persecuzioni si attenuarono
temporaneamente nel decennio 1530-40, allorch� sembrava
ventilarsi la ricomposizione tra cattolici e protestanti, ma
ripresero con pi� accanito vigore nella seconda met� del '500 e
soprattutto durante la Guerra dei Trent'anni (1618-1648).
Non erano
soltanto i cattolici a praticare la caccia alle streghe, ma
anche i protestanti. Il giudice Benedikt Carpow, inquisitore di
Wittenberg, si vant� di averne mandate a morte almeno 20.000 tra
il 1566 e il 1596. I protestanti mandarono sul rogo nel 1589 a
Quedlinburg ben 133 streghe e altre 300 a Ellwaangen.
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Solo verso la fine del 1600, quando ci si rese conto
che la divisione del mondo cristiano era un fatto acquisito, le
persecuzioni di massa cessarono. A dir il vero gi� nel corso di tutto il
Seicento molti scienziati, filosofi e teologi avevano messo in dubbio
l'operato delle streghe. Il dubbio cartesiano, lo sperimentalismo
scientifico di Keplero, Galilei, Newton... mal si adattavano a credere
agli spiriti o alle forze soprannaturali.
E cos�,
in Francia non si accettano denunce contro i maghi gi� a partire
dal 1682. In Gran Bretagna le leggi contro la
stregoneria vengono abrogate nel 1736.
Nel 1749 l'opera dell'abate Girolamo Tartarotti, "Il congresso
notturno delle lamie", chiude la caccia alle streghe, indagando
il fenomeno con mezzi scientifici. Forse l'ultima grande
persecuzione storica pu� essere considerata quella di
Salem
nella Nuova Inghilterra, nel 1692.
(Per
conoscere la storia di Salem clicca qui.)
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Episodi sporadici si
sono tuttavia verificati anche ai giorni nostri: nel 1976, in un
villaggio tedesco, Elizabeth Hahn, un'anziana donna accusata di tenere
con s�, sotto forma di cani, alcuni diavoli, � stata bruciata viva;
l'anno seguente qualcosa di analogo � accaduto ad Alen�on in Francia;
nel 1981 una folla ha ucciso in Messico a colpi di pietra una donna
accusata di aver provocato, con un maleficio, l'attentato a papa
Wojtyla.
Alla fine del 1998 i vertici della chiesa cattolica
hanno iniziato a prendere in esame, sul piano storiografico, le
responsabilit� dell'Inquisizione nei secoli passati. Un simposio del
Vaticano ha rivelato il numero delle condanne per stregoneria nel
Seicento: furono 60.000 in Europa, che, in rapporto alla popolazione del
2005, equivarrebbero a circa 352.000.
STREGHE, OGGI:
Di
streghe oggi ce ne sono di molti generi, come il cristianesimo a maggior
ragione il paganesimo ha subito nei secoli molti cambiamenti. Al termine
dei secoli bui che iniziano con la caccia alle streghe, i pagani
riaffiorano dalle ombre trovando ampia scelta di culto. Il silenzio in
cui l'Antica via � stata praticata ha permesso assieme alla veneranda
et� di questa religione il proliferare di diversit� molteplici.
Attualmente le streghe sono tornate alla luce del Sole, un po' grazie a
mentalit� pi� aperte, molto alla moda della new age e dell'occultismo di
fine millennio (non facciamoci troppe speranze: hanno ragione gli ebrei
hiddish quando dicono che la madre dei cretini � sempre incinta, la
piena accettazione religiosa � ancora lontana). Questo ha permesso per�
anche la confusione che c'� in materia.
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Non si vorr� in questo sito chiarire le
differenze di culto, sarebbe un'impresa troppo ardua che
viene lasciata ad altri coraggiosi ma solo esporre quella
che � una visione della Wicca, una soltanto fra le tante
Tradizioni, ma che potrebbe aiutare nel suo piccolo ha
capire la cosa pi� semplice:
questo non � un gioco, non � occulto, non � magia, non �
esoterismo. Questa � la nostra religione, il nostro credo,
il nostro modo di vedere il mondo. Chi cerca magia,
incantesimi, occulto o esoterismo deve rivolgere lo sguardo
altrove.
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Chi cerca la Madre e il Padre come
sorelle e fratelli che capiscano quanto sia emozionante osservare l'alba
e sentirne l'Energie, che sappiano quanto sia incredibile danzare nel
cerchio e sentire l'Amore degli Dei scorrergli nel corpo inondandolo di
gioia, che vedano nella quotidianit� i segni di tale gioia e amore.
Ecco, chi � qui per questo...� a casa. Accomodatevi pure nei divani pi�
belli, gustate le bevande migliori, saggiate i cibi pi� buoni e chiudete
gli occhi stanchi, vi canteremo nenie antiche e vecchie storie:
parleranno degli Antichi che vivono felici nella Terra d'Estate dove
tutti gli esseri ballano e gioiscono dell'Amore degli Dei; narreranno di
sorelle e fratelli tornati a noi pi� volte, della morte che non toglie,
dell'Amore che esiste, di un fiore che sboccia e perisce, di un cane
salvato, di ci� che abbiamo ritrovato... questo � il Libro delle Ombre,
l� dove il buio diviene luce, questa � la vostra casa e il nostro cuore.
Che siate benedetti!
Storie e leggende sulle streghe
Il carrettiere
C'era
una volta un uomo che per mestiere trasportava gente e cose col suo
carro.
Un mattino presto, andato nella stalla per attaccare il cavallo al
carro, trova l'animale con la criniera tutta intrecciata.
Perplesso, si sofferma a sciogliere i crini, poi attacca il cavallo e va
al lavoro.
Il mattino dopo, stessa faccenda: la criniera del
cavallo era da capo tutta intrecciata.
A quel punto, non sapendo che pesci pigliare, il
carrettiere si reca a chiedere consiglio ad un uomo del paese che di
queste cose se ne intendeva.
Ascoltato il racconto l'uomo gli disse che era
sicuramente opera di una strega, perche' solo una strega poteva fare una
cosa del genere e in una notte sola.
E per scoprirla, doveva fare cosi': nascondersi al
tramonto nella stalla e stare ad aspettare. Se vedeva arrivare un gatto,
doveva saltar fuori e afferrarlo per la coda. Ma che stesse attento! Una
volta presa la coda del gatto, questa sarebbe diventata un ciuffo di
capelli di donna... e alla domanda della strega su cosa fosse quel che
teneva in mano non avrebbe dovuto rispondere con "capelli", ma con
qualcos'altro.
Cosi' il carrettiere torna a casa e s'appresta a
mettere in pratica il consiglio. Al tramonto va nella stalla e si
nasconde dietro un mucchio di fieno.
Aspetta aspetta, a mezzanotte ecco che entra un
gatto. Allora lui salta fuori e l'afferra per la coda, che
istantaneamente si trasforma in capelli.
Il gatto allora lesto gli domanda: "che
sono questi?".
E lui: "crine di
cavallo!".
E subito il gatto si trasforma in una giovane ragazza
nuda... che pero' gli fa subito una proposta: se l'uomo non raccontava
niente a nessuno, in cambio sarebbe stato protetto dalle fatture per
sette generazioni.
E cosi' l'uomo accett� la proposta, dando alla
giovane un mantello per coprirsi e riaccompagnandola anche a casa.
Il gatto-strega (sardegna)
In una fredda serata d'inverno di tanto tempo fa in
un paese della sardegna, mentre il vento fischiava forte, una donna di
una certa et� se ne stava in casa, al focolare ad arrostire fave. Sulla
finestra vicina, un gatto se ne stava ad osservarla, miagolando a piu'
non posso.
Ad un certo punto, la donna, stanca di questo continuo miagolio, si gira
verso il gatto e gli fa: "Che hai da miagolare? Vuoi delle fave
arrosto?"
E il gatto sorprendentemente rispose: "denti non ne
ho"
La donna, nemmeno troppo interdetta da questo fatto,
gli fece eco: "denti non ne hai? Ora ti faccio vedere io!"
E preso l'attizzatoio, si volse verso il focolare e
rovesci� il treppiede.
Appena fu fatto, il gatto d'improvviso divenne una
vecchia: era la vicina di casa, con la quale tra l'altro, la donna non
andava d'accordo.
A quel punto, fu enorme la soddisfazione della
scoperta! Finalmente la donna poteva svergognare la vicina con tutto il
paese, presentandola per quello che era, non una brava vecchia come
tutti ritenevano, ma una strega che si trasformava in animale per andare
a spiare i fatti degli altri!
La Strega Micillina (piemonte)
Si narra che verso la meta' del '500 fosse vissuta in
Piemonte una strega chiamata Micillina, bruciata sul rogo dopo un
processo.
Nata a Barolo, si marito' con un uomo di Pocapaglia, ma le cose non
andavano bene. La gente diceva che la donna aveva il potere di uccidere
fulminando la gente con lo sguardo, di deformare i bambini, gettare il
malocchio e colpire gli animali.
Il marito cerco' di risolvere la cosa in maniera
energica.
Ma un giorno, dopo l'ennesima dose di bastonate, caccio' la moglie di
casa. Micillina decise di vendicarsi e chiamo' il diavolo per aiutarla;
questi non la fece attendere, suggerendole cosa fare. La strega ando'
quindi al campo dove lavorara il marito e con una scrollatina all'albero
su cui lui era arrampicato, divent� vedova.
Cosi' Micillina continuo' con le sue fatture e un di'
se la prese col fornaio del paese. In quei tempi, era il fornaio che
passava di casa in casa a prendere l'impasto del pane, per cuocerlo nel
forno comune del paese.
Cosi' si recava anche da micillina. Ma un giorno
arriva, la chiama e questa non risponde. La chiamo' tre volte, ma
niente. Allora se ne torno' al forno… ma poco dopo mori'.
Pero', dopo un altro poco di tempo, in cui la donna continuo' con le sue
fatture, Micillina fu arrestata, costretta a confessare e condannata al
rogo.
Ma mentre veniva condotta al luogo della condanna, si iniziarono a
sentire nell'aria strani voci e suoni, mentre dal cielo cadevano rotoli
di spago. Erano le
streghe colleghe che le dicevano
"Attaccati, attaccati Micillina", ma lei non poteva perche' il prete di
fianco a lei le tirava addosso l'acqua santa.
Cosi' la strega fu bruciata, si dice sopra un masso
chiamato "Bric d'la masca Micillina", dove ancora oggi pare si possano
vedere delle macchie rosse, che ne' vento ne' pioggia cancellano.
Nonostante la morte della
strega,
i problemi a pocapaglia non cessarono, e la gente diceva che era colpa
delle streghe che si vendicavano della sorte di Micillina.
Il giovane e la pecorella (piemonte)
Questa leggenda ricorre in varie parti del Piemonte.
Cambiano i paesini, ma la storia rimane praticamente identica.
Si racconta che tanto tempo fa, una sera, un
giovanotto stava andando a trovare la sua fidanzata, che abitava in un
paese poco distante.
Lungo la strada, che passava per un bosco, il ragazzo
senti' dei rumori, e trovo' una pecorella che s'aggirava smarrita tra i
cespugli: appena lo vide gli si avvicino', come per farsi prendere. Dopo
un'attimo di riflessione, il giovane le disse "che ci fai qui tutta
sola? Vieni con me che ti porto a casa della mia fidanzata" e se la mise
sulle spalle.
Mentre camminava, visto che non c'era nessuno, si
mise a parlarle come se fosse stata una persona. Cammina cammina, il
peso della pecora aumentava. Eppure, piccola com'era non avrebbe dovuto
essere tanto faticoso trasportarla.
Ma piu' il ragazzo andava avanti, piu' la pecora
sembrava aumentare di peso. Ad un certo punto, arrivato ad una salita
ripida, il giovane non ce la fece piu' e lascio' andare la pecora
dicendo: "vai da sola che non riesco piu' a reggerti".
Appena lasciata, la pecorella cadde e si mise a
ruzzolare per il pendio gridando, finche', finita la caduta fini' contro
un masso. Allora ci fu un lampo di luce… e la pecora spari'.
Sbigottito e spaventato l'uomo allora capi' che
quella che credeva una pecorella era in realta' una strega. Chissa' che
sarebbe capitato se non l'avesse lasciata cadere! Di sicuro qualche
guaio. Quindi ringraziando il signore, il giovane s'affretto a lasciare
il bosco e una volta al paese racconto' la sua disavventura.
Da quella volta nessuno passo' piu' di notte per quel
bosco, per paura di incontrare la strega.
La Masca Marchesa (piemonte)
Nella zona del Canavese, tra i paesi di Forno e
Levone, viveva si dice nel 1839, una vecchia masca chiamata "la
Marchesa".
Secondo le storie, la stessa donna affermava di conoscere e usare la
magia, leggere nel pensiero, e avere buoni rapporti con il diavolo.
Si diceva che al fianco portasse sempre un falcetto,
e che fosse capace, con una fettuccia legata alla gamba, di coprire
lunghe distanze in pochissimo tempo.
Successe un giorno, che mentre tornava da Volpiano,
ove si era recata a lavorare con altre persone del suo paese, affermo'
che era in grado di tornare a Crosaroglio ben prima dei compagni. Questi
lo presero per uno scherzo e si fermarono a bere in un' osteria.
Ma quando alla fine raggiunsero Crosaroglio, la
Marchesa era gia' nel suo orto intenta a zappare, ancora con la
fettuccia legata alla gamba.
Quando fu proprio vecchia, e vicina a morire, la
Marchesa chiese che qualcuno le sciogliesse la fettuccia dalla gamba. Ma
nessuno si fece avanti: sapevano che in quel modo, i poteri della strega
sarebbero finiti sullo sventurato che aveva compiuto il gesto.
Alla fine si decise una cognata, che ando' da lei e
le slego' la fettuccia... e cosi' divenne una masca anche lei!
L'arco delle streghe
Si racconta in una leggenda di una strega che con una
pozione, aveva fatto morire un forestiero di passaggio che le aveva
domandato una pozione o un incanto per farlo tornare giovane. Scoperto
il malfatto, la strega era stata subito imprigionata in una torre sopra
appunto il famoso "arco delle streghe". Visto che la condanna era il
rogo, la strega fece un incantesimo e fuggi'.
Quindi, quando il sorvegliante il giorno successivo
ando' li' per vedere la prigioniera, non trovo' piu' nessuno. Al posto
della strega vide solo dell'erba bruciata in chissa' quale modo.
dalla notte successiva, la gente dei dintorni inizio'
a sentire dei lamenti provenienti dalla torre, ormai deserta, e la
storia inizio' a circolare, anche se non si sapeva a chi appartenesse
quella voce, se alla strega stessa o all'uomo che aveva fatto morire
avvelenato.
Il marito e la Janara (Campania)
Una vecchia leggenda racconta che tanti anni
addietro, una notte un uomo, svegliatosi all'improvviso, si rese conto
che la sposa non era a letto accanto a lui.
Allora si alzo' e si mise a cercarla per tutta la
casa, ma cerca e gira, non riusci' a trovarla, e se ne torno' a letto.
La notte successiva, incuriosito, pens� bene di spiare la moglie, per
vedere che mai facesse.
Fece cosi' finta di addormentarsi, e ad un certo
punto vide la donna che zitta zitta si alzava e andava a prendere una
boccetta. Con il contenuto inizi' a cospargersi il corpo, e finito cio'
si lancio' dalla finestra prendendo il volo.
A quella vista il marito rimase stupefatto e il
giorno dopo decise di sostituire il magico unguento con dell'acqua.
Alla terza notte, la moglie che nulla sospettava, attese che l'uomo
s'addormentasse, e quando le parve immerso nel sonno, s'alzo' e ando' a
prendere la sua boccetta per ungersi e lanciarsi di nuovo in volo, ma
precipit� nel cortile sottostante.
Dopo il tonfo, il marito scese a soccorrerla, e
mentre la stupefatta donna lo guardava dolorante, le disse: "Meglio na
mugliera cu 'e cosce rotte, ca janara".
(Traduzione: "Meglio una moglie con le gambe rotte, che strega")
Le streghe di Masceta (Toscana)
In Garfagna, proprio ai piedi del paese di Magliano,
sul lato a sinistra della piccola valle, tra secolari alberi di
castagno, nei tempi andati c'era una sorgente d'acqua freschissima, che
era chiamata la fonte di Masceta.
Si narra che tanto tempo fa, in una notte di luna, un
uomo del borgo, andando verso la fontana, si trov� improvvisamente
davanti ad una scena incredibile: alla luce di un falo', giovani donne
scarmigliate e mezze nude, danzavano selvaggiamente.
Alla vista dell'uomo, le donne, che erano streghe,
gli si gettarono contro. Il poveraccio, vedendosi perduto, prese il suo
coltello a serramanico e formando una rozza croce, riusci' a salvarsi.
Da quella volta, dopo il tramonto, chi andava alla
fonte, non mancava di portare con s� un piccolo rosario o un altro segno
sacro.
Il pescatore e le streghe (Friuli)
C'era una volta un pescatore che quando andava a
prendere la barca per andare a pescare, al mattino, non la trovava mai
dove l'aveva lasciata la volta prima, e la trovava pure con dell'acqua
dentro, come se fosse stata adoperata durante la notte.
Un bel giorno, stancatosi della cosa, si nasconde
dentro la prua della barca dove stavano le reti. Si mise ad attendere,
ma, non arrivava nessuno. Ma ecco che verso la mezzanotte arrivano sette
vecchie che salgono sulla barca senza esitazione.
La piu' vecchia ordina a voce alta: "Avanti per
sette", ma la barca rimane ferma. E lei di nuovo: "Avanti per sette!",
ma la barca rimane sempre ferma (e non poteva muoversi per il fatto che
con il pescatore erano in otto). Quindi la donna esclama con tono di
rimprovero: "Avanti per otto, allora!", e la barca scivola lungo
l'Anfora e poi nel mare, finche' non arrivano in un luogo dove le donne
scendono.
Il pescatore, dopo avere aspettato che fossero scese
tutte e allontanate, scende anche lui e si ritrova in un posto
bellissimo, pieno di piante, di fiori e di frutti di ogni qualita', e da
lontano riesce a vedere le donne che fanno una grande festa insieme ad
altre. Quello era il famoso prato della Maganza. Per paura di essere
scorto, subito si nasconde di nuovo nella barca, ma prima raccoglie uno
di quei bellissimi fiori che crescevano li'.
Prima che si alzi il sole, le sette donne (che erano
delle streghe) ritornano sulla barca. E la piu' vecchia di nuovo ordina
: "Avanti per sette!". Ma la barca non si muove. E la donna: "Avanti per
otto, allora!", e dice piano fra se': " Vecchie come siamo, non avrei
mai pensato che una di noi fosse incinta...".
E la barca si avvia e ripercorre il tragitto precedente fino a
raggiungere il suo posto sulla riva del fiume.
Le vecchie scendono e si salutano: "Arrivederci alla prossima notte".
Il pescatore, meravigliato per tutto cio' che aveva
visto, il mattino seguente, di domenica, va alla messa e si appunta
sulla camicia, tutto borioso, il fiore che aveva raccolto durante la
notte.
Appena giunto sulla porta della chiesa, una donna lo
ferma: "Allora eri tu l'ottavo!", dice, "Sei venuto con noi nel prato
della Maganza la notte scorsa. Ricordati di non confidare a nessuno
quello che hai visto, altrimenti avrai soltanto disgrazie. E getta via
anche quel fiore, che nessuno deve sapere che esistono posti simili".
Il pescatore, per la gran paura presa, fece come gli
aveva detto la strega. E da allora nessuno gli tocco' piu' la barca.
Lo pian dle mahque: Il pianoro delle streghe
(piemonte)
Il pianoro delle streghe e’ una spianata su di una
cresta che unisce Cima Rosta a Cima Loit, tra il vallone di Guaria e la
conca sopra il santuario di Prascond�, nel comune di Ribordone.
In questo luogo si dice che si ritrovassero le masche
a far convegno.
Una delle storie in merito narra di un gruppo di
cacciatori che proprio li’ scorsero sette bellissimi camosci. Subito
fecero fuoco sulla selvaggina, ma senza ottenere nemmeno la fuga degli
animali. Al secondo tentativo fecero nuovamente cilecca, e quando
provarono ad avvicinarsi, i camosci scomparvero nel nulla. Che fossero
proprio le masche?
Un’altra narra di un calderaio della val Soana, che
di passaggio nel genovese per affari si fermo’ in un’osteria. Li’
incontro’ una donna, mai conosciuta, che si mise a fissarlo in maniera
imbarazzante, finche’ non gli si avvicino’ dicendo: “io ti conosco…
passo spesso dalle tue parti”.
Allora il calderaio, tranquillizzato e contento di
trovare qualcuno con cui parlare, domando’ alla donna in quale luogo si
recasse a soggiornare, quando passava dalla sua valle.
E a quella richiesta, la donna rispose ridendo: “al
pian dle mahque”, e scomparve lasciando l’uomo con un palmo di naso.
Le masche della montagna (piemonte)
Si diceva una volta di una vecchia e di suo figlio
che vivevano in montagna con due pecore. Piu’ in alto, in una cascina
stavano invece madre, figlia e due capre.
I due giovani iniziarono a frequentarsi, e il ragazzo
innamorato andava spesso a trovare la fidanzata.
Ma la vecchia, la madre del ragazzo, quando si
accorse del fatto, mise una croce al collo del figlio, e gliene diede
un’altra da portare alla ragazza, perche’ ne’ lei ne’ la madre le
piacevano. Lui ubbidi’ di buon grado, e consegno’ la croce alla ragazza,
che in cambio gli diede uno scialle da portare a sua madre.
Ma questa non volle ne’ usarlo ne’ toccarlo, anzi,
disse al figlio: “appendilo a quella pianta li’”, e quando lui attacco’
lo scialle all’albero, questo avvampo’ in una fiammata.
Allora la donna disse al figlio : "Vedi che avevo
ragione, che non sono persone da frequentare? Hanno qualche potere
diabolico, sono dei mascun!".
Cosi’ il ragazzo si reco’ dalla fidanzata e dalla
madre per dirgli cos’era successo, ma quando arrivo’ dove doveva essere
la cascina, non trovo’ piu’ nulla. Niente ragazza, niente capre, e
nemmeno la casa.
Disperato si mise in cerca della ragazza, ma fini’
per cadere in un precipizio e mori’, certo per intervento delle due
donne che avevano voluto portarlo con loro.
Il violinista e il ballo delle streghe (Toscana)
Una notte, un pastore di Fornovolasco, che era anche
un bravo violinista, venne svegliato da due donne che lo portarono ad
una festa a "Pian delle Noci".
Appena fu li' il pastore violinista si rese conto di
essere circondato da streghe, e quando inizio' a suonare queste si
misero a danzare come folli.
Nel mezzo di questo ballo forsennato, di tanto in tanto le streghe
gettavano delle monete al violinista.
Questo duro' fin verso le quattro, quando poi le
streghe si allontanarono svanendo nell'aria. Allora l'uomo torno' a
casa, e si mise a dormire, ancora frastornato per l'accaduto.
Il mattino dopo, a mente piu' lucida, decise di
contare le monete gettategli dalle streghe, ma si accorse amaramente che
eran diventate tutte sterco di capra.
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